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mercoledì 4 maggio 2011

Gesù e la reincarnazione nei Vangeli Canonici -


Quando si citano e si commentano i Vangeli è bene ricordare che inizialmente furono tramandati oralmente e solo in un secondo tempo furono trascritti dapprima in greco e successivamente tradotti in altre lingue. Sono state proposte, per i 4 vangeli Canonici, differenti datazioni sulla loro compilazione  che vanno dal 40 d.C. circa fino al 150 e oltre d.C. Nella fattispecie, il vangelo di Giovanni, del quale analizzeremo un tratto, è stato scritto nel 100-120 circa dopo Cristo, quindi ben dopo la sua Mission su questo Mondo. Dobbiamo ammettere, a rigor di logica, che chiunque li abbia trascritti, per quanto Filosofo o studioso, può aver apportato in aggiunta parole, interpretazioni personali, varianti che provengono da giudizi personali, e che tutto questo potrebbe facilmente aver alterato in senso del messaggio Cristico originario. Pertanto qualsiasi elucubrazione o speculazione filosofica e intellettuale ne vogliamo derivare è anch’essa arbitraria e fondata su informazioni non necessariamente vere. Tuttavia ci proviamo ugualmente:
Dal vangelo di Giovanni 3:1-21


Giovanni 3:1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei.

Nicodemo fu, in base al racconto del Vangelo secondo Giovanni, un fariseo membro del Sinedrio e uno dei discepoli di Gesù. Esisterebbe anche un Vangelo apocrifo assegnato a Nicodemo e potrebbe essere ricco di informazioni inedite.

2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che fai tu, se Dio non è con lui».

Nicodemo non amava farsi vedere assieme a Gesù, temeva il giudizio del Sinedrio, per cui lo andava a trovare e interrogare soltanto la notte e in privato. Ritengo che questa conversazione sia avvenuta fra Nicodemo e Gesù,  nessun’altro presente, né testimoni. Ne deriva, in ipotesi, che questa conversazione fu poi rivelata dallo stesso Nicodemo per via orale solo dopo la morte del Cristo. Rabbì sta per Maestro, e la riflessione iniziale di Nicodemo esprime tutta l’ammirazione che aveva per Gesù e i suoi miracoli.

3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo (“nato dall’alto” – altri traducono. Ndr) non può vedere il regno di Dio».

Qui Gesù inserisce un concetto nuovo e difficile per Nicodemo, come la rinascita. “Nato di Nuovo”, oppure “nato dall’alto” a seconda del traduttore evangelico. In questi passi possiamo vedere rivelata la legge della reincarnazione, il continuo ciclo di morti e rinascite, ma non è l’unica notizia strabiliante.

4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»

E’ evidente dalla domanda posta da N. che il senso era già molto chiaro ed inquietante per le conoscenze dell’epoca derivanti dall’antico testamento. N. ipotizza quindi il rientrare una seconda volta nel grembo materno, assumere una nuova forma fisica e biologica.

5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

Gesù completa l’informazione e parla a N. di ben 2 nascite con diverse tipologie. La prima la definisce una nascita d’acqua, la seconda una nascita in Ispirito. Sembra evidente che essendo noi formati per il 90% d’acqua, Gesù parlasse di rinascere in un nuovo corpo fisico-biologico, ovvero fa riferimento all’esigenza di morire corporalmente e reincarnarsi, migliorando la qualità della struttura fisico-chimica-biologica prima di aspirare al Regno di Dio. Questa ipotesi sarà successivamente confermata dalla Antropologia degli ultimi 2000 anni dove notiamo un miglioramento, in quanto ad armonia e bellezza, della struttura corporale dell’umanità sia estetico che intellettuale, sia in altezza che in prestazioni fisico muscolari.

La seconda nascita è di Spirito. Qui Gesù parla del risveglio dell’Anima, ovvero della scoperta del Sé Superiore con una nuova consapevolezza della Divinità e dell’Unità in Dio. In altre parole se non si trasforma la propria vibrazione attraverso un’adeguata crescita ed evoluzione spirituale, non si può aspirare a guadagnare il Regno. Come se il Regno di Dio, che è dentro di noi, non possa penetrare o compenetrare o coesistere (o non è auspicabile che lo faccia) in una struttura corporale spiritualmente dormiente, e che non vibra in sintonia della stessa vibrazione “alta” del Regno dei Cieli.

6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.

Gesù chiarisce meglio il concetto, sottolineando la differenziazione fra carne e Spirito, proprio per evitare che si faccia confusione. La carne segue un suo percorso biologico di formazione cellulare attraverso i gameti e l’accoppiamento. Questo è importante per capire successivamente un altro concetto oscuro dei Vangeli Canonici, riguardo la provenienza del corpo fisico di Gesù. Di ciò parleremo quando i tempi saranno maturi. Lo Spirito, fa intuire Gesù, non segue le stesse “regole” della carne.

7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo".
Gesù cercò di tranquillizzare Nicodemo, consapevole che nei testi antichi non si parla mai di reincarnazione né di una qualche rinascita in qualsiasi altra forma e genere.

8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Gesù mette in atto una metafora e paragona lo Spirito, invisibile ai 5 sensi, al vento che soffia e non lo vedi, né tantomeno sai esattamente la sua direzione (scelte, orientamento) precisa, essendo mutevole e inafferrabile. Parla di Spiriti, di forme di Luce non incarnate, parla di vite che esistono oltre la fisicità, come fossero in volo ma presenti e simili al vento. Concetti difficili per il suo interlocutore e per qualsiasi discepolo con simile background culturale di 2000 anni fa.

9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?»
Qui è evidente la costernazione di N. Gesù stava parlando di qualcosa che lui non aveva mai letto in nessun testo antico.

10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose?

Ritengo che Gesù si sia rivolto a N. con ironia, una sorta di sarcasmo affettuoso e soprattutto ammaestrandolo per smontare i suoi concetti limitanti derivati dalle sue conoscenze e credenze religiose. Come dire: se sei “Maestro” dovresti sapere queste verità! Gli mostrerà a questo punto la differenza fra intellettualismo, conoscenza di testi scritti e Illuminazione Spirituale.

11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza.

Qui Gesù cambia chiaramente la forma, spostandosi dal Sé al Noi. Parla di se stesso come di uno Spirito in mezzo agli altri Spiriti invisibili, e ne sottolinea la sua appartenenza in quanto risvegliato. Nato “di nuovo” prima in acqua e DNA, attraverso Maria e Giuseppe, e dopo in Spirito, attraverso il Battesimo di Giovanni suo cugino. Gesù sostiene in quanto  Spirito Illuminato che ha veduto le cose di cui sta parlando, vede le anime disincarnate e la sua testimonianza è oggettiva perché proviene da esperienza diretta.

12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti?

Gesù comunica la sua perplessità e una certa rinuncia anche a continuare il discorso sulla reincarnazione e sul Risveglio, giacché pur essendo N. un grande studioso, Capo fra i Giudei, persona intelligente e ben sopra la media rispetto al volgo, mostrava grosse difficoltà ad acquisire questi concetti. Chissà gli altri cosa avrebbero compreso. Fu così difatti. Ancora oggi nessuno ha scorto la reincarnazione in questi passi, dopo 2000 anni.

13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo.
Gesù enuncia un concetto ancora più complesso. Parla di “assunzione in cielo”. Questo tipo di particolare esperienza è considerata rarissima e solo ascetica. Prevede la possibilità di “trapassare” verso il cielo conservando un corpo fisico. Prima di Lui l’unico che aveva realizzato questo genere d’assunzione, per la religione Ebraica,  era stato il Profeta Elia.

Fu assunto in cielo in un carro di fuoco sotto gli occhi sbalorditi del suo discepolo Eliseo. E’ evidente che, da allora, l’unico fra gli “assunti” che fosse ritornato in Terra è lo stesso Gesù. Figlio dell’Uomo. E’ così che  amava definirsi per rivendicare la sua appartenenza, quanto a DNA e per vie di carne, alla discendenza di Davide Re. Qui si potrebbe ipotizzare che Gesù ed Elia fossero la stessa persona, tuttavia è più facile sostenere che fossero parte dello stesso Spirito Santo, della stessa Trinità Profetica: Gesù, Mosè ed Elia, tanto che Gesù si paragona ad Elia il Tishbita, poiché lo contempla e include nell’UNO.

14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato,

Ecco non a caso l’ altro parallelismo con il 3^ componente della Trinità profetica. Gesù non cita Mosè tanto per, è chiaro, ma per agevolarci a completare il collegamento mentale che ne potremmo fare.

15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.
La vita eterna, potrebbe riferirsi alla fine del deperimento del corpo fisico-biologico. Una sorta di condizione perfetta dove la morte e la vecchiaia non abbiano potere sulla creazione perfetta di Dio. “Credere in Lui” è usato nel senso di accettare che Gesù non sia morto fisicamente, che quella sulla croce era soltanto una morte apparente, lasciando alla sua energia vitale il compito di ricostruire le cellule in soli 3 giorni. Non dimentichiamoci che fu proprio Nicodemo, ricordandosi di questa conversazione, che sfruttando la sua influenza per via di appartenenza al Sinedrio, si fece consegnare, con uno stratagemma, il corpo presumiamo “apparentemente” morto di Gesù Cristo. Lo tumulò in una ricca e adeguata Tomba in prestito da una Famiglia proveniente da Arimatea, o altra famiglia ricca. Sarò più preciso dopo ricerche Bibliche...

16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Gesù viene a dare insegnamento ed esempio per i posteri. La sua vita stessa è di Grande esempio e le qualità del suo corpo fisico sfidano le leggi della fisica tradizionale, promettendo, per tutti coloro che ci credono, l’immortalità anche delle cellule e della “carne.”

17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

La salvezza di cui parla è dunque ancora doppia. Salvezza dello Spirito rinato e salvezza del corpo acqueo ricostruito come nuovo.

18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

Una maniera intelligente per superare il giudizio è credere nelle parole, nella vita e nell’esempio del Cristo. Chi non crede a questo genere di salvezza è giudicato dal suo stesso non credere. Non è giudicato da un Dio esterno, ma le stesse sue concezioni limitanti ne decretano prima l’addormentamento dell’Anima e dopo la provvisorietà del corpo fisico-biologico, il quale si mantiene corruttibile ed esposto agli agenti atmosferici, all’ invecchiamento, poiché non è dotato ( e/o non può ricevere)  di quell’attivatore “chimico-bioenergetico” che chiameremo Spirito Santo. Tutto ciò è solo una promessa per l’avvenire e una grande profezia di Gesù.

19 Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Attenzione, Gesù parla al passato, come se ha già vissuto tutto questo, in realtà il Giudizio di cui parla dovrà ancora avvenire rispetto alla nostra percezione del tempo lineare.
Chiarisce meglio il concetto di Giudizio. Se le tue opere sono “malvagie” cioè operano danno, disagio, prevaricano qualcuno o qualcosa, bloccano, frenano, inibiscono in te stesso il progetto evolutivo del Divino, la tua struttura emanerà disarmonia, dis-allineamento con Dio e il suo Regno. E’ come scegliere, di fatto, le “Tenebre” alla Luce. La Luce possiede una vibrazione alta e specifica che respira di Amore incondizionato e non entra in sintonia con chi opera egoisticamente, malvagiamente, in quanto vibrazioni su piani diversi. Questo è chiaramente un sistema di auto Giudizio, che respira della legge del Karma. Meno sei allineato a Dio e alla Divinità, meno Luce puoi ricevere.

20 Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte;

Gesù spiega questo anche in termini più comprensibili citando fatti concreti e di scelta personale. Chi sta nella sua vita agendo in maniera losca non amerebbe essere visto, scoperto e “sputtanato” agli occhi di tutti, per evitarsi di essere bandito dalla comunità, d’essere odiato e perdere la facoltà di fregare il prossimo ancora una volta.

21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».

Chi agisce in sincerità, senza creare pregiudizio o disagio ad alcuno, infatti, non ha nulla da nascondere, anzi è ben felice che le sue azioni e le sue iniziative vengano messe in luce, pubblicate, discusse, e magari ricevere il plauso di chi le saprà apprezzare.
Richisolution

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